«Il divario tra Nord e Sud Italia deve essere colmato partendo innanzitutto dalle infrastrutture autostradali. Nelle regioni meridionali i trasporti viari, nella maggior parte dei casi, sono da terzo mondo e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina non risolverebbe i problemi».
Così Alexandro Maria Tirelli, presidente del partito «Libertà, Giustizia, Repubblica.
Per Tirelli bisogna «studiare una strategia d’insieme che restituisca dignità ai cittadini e alle imprese meridionali, profondamente penalizzati dalla mancanza di assi autostradali che garantiscano un sufficiente livello di trasporto».
«Al Sud le infrastrutture autostradali devono essere di pari valore a quelle del Veneto e della Lombardia. Il Ponte, oggi, invece, finirebbe per rappresentare solo un’opera simbolica, una cattedrale nel deserto. Un po’ come il Colosseo per la dinastia di Vespasiano. Utile per la propaganda politica ma non per la crescita economica. Volere a tutti i costi il Ponte è un’ambizione politica miope. Dagli inizi degli anni 2000 il mondo è cambiato rapidamente, le statistiche raccontano che i passaggi di autovetture sullo Stretto tra Calabria e Sicilia sono calati da 2 a 1 milione. Chi viaggia da Nord a Sud oggi preferisce utilizzare voli low cost e affittare una piccola automobile con pochi euro sul posto. L’evoluzione dei trasporti rende superata questa infrastruttura».
«Non ci si può soffermare solo sulla realizzazione del Ponte, la politica non può essere solo l’occasione per una propaganda permanente, ma deve essere un luogo dove vengono esaminati i problemi reali del Paese e risolti. Le autostrade sono un bisogno essenziale per i territori, un acceleratore per lo sviluppo delle imprese e degli scambi commerciali».
«Il nostro movimento si colloca senza se e senza ma nel centrodestra. Ma vuole rappresentare una soluzione di discontinuità rispetto alla demagogia e il populismo e riportare al centro della politica la competenza, la moderazione, la strategia e il merito», conclude Tirelli.