Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNon so quanto travagliata sia stata la produzione di Django (su Sky e NOW), ma è probabile che qualcosa non sia andato come previsto: il primo annuncio uscì a ottobre 2017, con già ufficiali gli headwriter Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (indicati nei crediti come “creatori”, un riconoscimento importante per tutti gli sceneggiatori nostrani); ma le riprese, affidate a Francesca Comencini (“direttrice artistica” nei crediti), sono iniziate solo a maggio 2021. Presentata all’ultima Festa del cinema di Roma, la serie è finalmente uscita venerdì scorso e sembra portare i segni di una lavorazione problematica.Andiamo con ordine: “liberamente adattata” dal film di Corbucci, la nuova Django costruisce un mondo narrativo complesso e originale. Nel 1872 un misterioso straniero di nome Django (Matthias Schoenaerts) arriva nella città di New Babylon, un agglomerato di case di legno dove vivono ex schiavi neri e bianchi marginalizzati. John Ellis (Nicholas Pinnock), il leader di questa comunità, sta per sposare Sarah (Lisa Vicari), che di Django è la figlia, come scopriremo. Nel frattempo, nella vicina Elmdale, la potente e spietata Elizabeth Thurman (Noomi Rapace) vuole riportare New Babylon sotto il suo comando.Loading…È una produzione ambiziosa, tutta girata in inglese, realizzata con poca computer grafica e molto analogico: New Babylon, ad esempio, è un set costruito per intero, con gli interni delle case arredati, un lavoro che ha richiesto cinque mesi. E tuttavia il risultato finale è davvero sotto le aspettative: un montaggio confuso e disordinato presenta la storia per frammenti, saltando continuamente avanti e indietro nel tempo, come se fossimo a Westworld, ma senza che se ne capisca la necessità. I conflitti tra i personaggi sono sempre esasperati, e come se fosse Muccino c’è una sfuriata isterica una scena sì e una no. Domina il registro del patetico, alternato a sparatorie spesso poco fantasiose, mentre i climax drammatici arrivano senza adeguata preparazione. Non bastano, per aggiornare questo western che vive di intrighi familiari, una trama omoerotica poco incisiva e un personaggio transgender che resta ai margini del racconto (almeno nei primi sei episodi inviati come anteprima stampa). Perfino la colonna sonora dei Mokadelic sembra fuori posto.Django, Francesca Comencini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, Sky e NOW