9:03Spazio, Esa: scoperto l’esopianeta più brillante mai trovatoScoperto dalla missione Cheops dell’Esa l’esopianeta più brillante mai trovato, è un pianeta extrasolare rovente e si comporta come uno specchio. L’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato che i dati della missione Esa Cheops hanno infatti portato alla sorprendente rivelazione che un esopianeta ultra-caldo che orbita attorno alla sua stella ospite in meno di un giorno è coperto da nubi riflettenti di metallo, rendendolo l’esopianeta più brillante mai trovato. A parte la Luna, l’oggetto più luminoso nel nostro cielo notturno è il pianeta Venere, il cui spesso strato di nubi riflette circa il 75% della luce solare. In confronto, la Terra riflette solo circa il 30% della luce solare in arrivo.Insomma ora, per la prima volta, gli astronomi hanno trovato un esopianeta che può eguagliare la brillantezza di Venere: il pianeta è stato battezzato LTT9779b. Nuove misurazioni dettagliate della missione Cheops dell’Esa rivelano che questo pianeta riflette un enorme 80% della luce riflessa dalla sua stella ospite. Le misurazioni ad alta precisione di Cheops sono state un follow-up mirato della scoperta e caratterizzazione iniziale del pianeta nel 2020 da parte della missione Tess della Nasa e di strumenti a terra come lo strumento Harps dell’Eso in Cile. Cheops è il satellite dell’Esa dedicato allo studio degli esopianeti – pianeti che non appartengono al sistema solare – che orbitano attorno a una stella diversa dal Sole. Cheops dell’Esa orbita sopra la Terra.Al 25 dicembre 2022 sono 55 i pianeti extrasolari confermati potenzialmente abitabili, ovvero simili alla Terra. L’esopianeta scoperto da Cheops ha le dimensioni di Nettuno, il che lo rende il più grande «specchio» dell’Universo che conosciamo oggi, sottolineano gli scienziati. Il satellite Cheops dell’Esa scruta lo spazio anche grazie a sofisticati «occhi» italiani progettati e costruiti da Leonardo. Il telescopio spaziale di Cheops, su commissione dell’Agenzia Spaziale Italiana, è infatti stato progettato e costruito nello stabilimento Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze), dove ingegneri, fisici e tecnici specializzati hanno realizzato lo strumento secondo i requisiti definiti dai ricercatori Inaf di Padova e Catania (Oadp e Oact), in collaborazione con l’Università di Berna. In particolare, Leonardo, insieme al contributo di piccole e medie imprese, ha curato la realizzazione del sistema ottico del telescopio, basato su specchi asferici, e dell’ottica di collimazione sul piano focale (specchio e lenti).