“Antiochia è impressionante”, “rasa al suolo”, “è come quando si vedono film sul cosa resta nel dopo una guerra nucleare”, “la distruzione”, “il nulla”, “città fantasma”. Monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia dove il devastante terremoto ha spostato il suolo di almeno tre metri, è appena tornato dalla Turchia. All’Adnkronos, il vescovo racconta quello che i suoi occhi non avrebbero mai voluto vedere: “Antiochia è impressionante. Completamente distrutta. Non sappiamo nemmeno il numero delle vittime. Moltissimi edifici sono crollati interamente e ora c’è una situazione anche di allarme sanitario. Con il rischio malattie. Già ieri sera sono partite segnalazioni in tal senso”.
La situazione non accenna a migliorare, non si esce dalla fase emergenziale. “Le scosse di questi giorni – osserva mons. Bizzeti – hanno riacceso il panico tra la gente. Tutti dormono fuori. Si cominciava a parlare di post terremoto, invece, siamo nel terremoto completamente”. Il vicario apostolico dell’Anatolia parla della grande prova di solidarietà scattata subito dopo le prime devastanti scossi ma ora c’è il rischio oblio. Da qui il suo accorato appello: “La risposta di solidarietà c’è stata, ed è stata anche molto forte. La vera sfida sarà nelle prossime settimane. Ora tutti ci si aiuta ma inevitabilmente il terremoto cadrà nell’oblio”.Mons. Bizzeti dà voce al suo timore: “Prevedo anche un esodo di dimensioni bibliche perchè è impossibile pensare alla ricostruzione di Antiochia in tempi brevi. Si sta ripetendo quello che è accaduto nel VI secolo. Ad Antiochia morirono in 250 mila e ci volle un secolo per farla tornare una città prospera. Speriamo di fare meglio ma non è una cosa scontata. Temiamo anche per la piccola comunità cristiana, che la gente emigri altrove. Tanti i problemi aperti”. Bizzeti in questi giorni a Roma ha parlato anche col Papa: “E’ molto vicino alle popolazioni terremotate. Abbiamo parlato della situazione. E’ tra le persone a loro più vicine, anche in termini concreti”.