E’ terminata la protesta nel carcere
di Terni dove alcuni detenuti avevano rifiutato di rientrare in
cella per evidenziare quella che ritengono “la grave situazione
di sovraffollamento nonché il perdurare della carenza
dell’assistenza sanitaria a fronte di patologie importanti e
serie”. Lo hanno fatto dopo avere ottenuto un colloquio con il
Garante dell’Umbria Giuseppe Caforio.
Nella mattinata di lunedì questi, accompagnato dal
comandante della polizia penitenziaria e dall’ispettore del
carcere, ha avuto reiterati colloqui con i detenuti dei vari
bracci che avevano organizzato la protesta.
Per Caforio la situazione nel carcere di Terni “è
particolarmente grave per la forte carenza di personale della
polizia penitenziaria e per la abnorme numero di detenuti
arrivato oggi a 570, la maggior parte parte dei quali nemmeno a
dirlo trasferiti dalla Toscana di cui almeno 150 con problemi
psichici”.
“Quantunque gli sforzi della direzione del carcere e della
polizia penitenziaria abbiano raggiunto livelli sovrumani – ha
sottolineato ancora -, c’è chi fa 20 ore di servizio
continuativi e molti dei poliziotti incontrati dal Garante
questa mattina hanno lavorato fino alle due della notte scorsa
presentandosi oggi alle otto al lavoro non è in questo modo che
si può continuare a gestire le carcere in Italia. Occorrono
interventi strutturali immediati per una decongestione delle
carceri soprattutto queste umbre ed interventi nell’area
sanitaria di implementazione di medici e infermieri per
ristabilire un livello di civiltà accettabile dove il diritto
alla salute è incomprimibile e non vi sono giustificazioni che
possano in qualche modo legittimare l’attuale incredibile
situazione”.
“L’auspicio – sostiene Caforio – è che in questa settimana
il parlamento possa finalmente dare corso ad un provvedimento
che realmente è concretamente sblocchi almeno in parte le
situazioni più gravi che si riscontrano nel carcere consentendo
in questo modo il ristabilimento di quel equilibrio precario e
delicato su cui si basa la convivenza carceraria. Il garante ha
ascoltato decine di detenuti i quali hanno individualmente
rappresentato il proprio disagio sia in relazione alle
condizioni di sovraffollamento delle singole celle sia per le
situazioni sanitarie e individuali con le diverse patologie per
i quali da mesi non ricevono assistenza. Al momento la protesta
è rientrata grazie agli impegni assunti dal garante e dal
comando della polizia penitenziaria ma permane un equilibrio
precario dovuto alle oggettive situazioni che si sono
riscontrate all’interno del carcere e pertanto l’auspicio che da
parte della parlamento prima e della dipartimento carcerario
possano giungere notizie che riportino una situazione di
vivibilità all’interno del carcere di Terni ma anche delle altre
carceri umbre”.
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