Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaRiprende dopo mesi il tavolo Stellantis al ministero dello Sviluppo economico, i sindacati metalmeccanici e il management della società si sono incontrati per fare il punto sul piano industriale “Dare Foward” in un contesto industriale che sconta ancora grosse difficoltà nell’approvvigionamento di semiconduttori e microchip, incertezze sui volumi produttivi in Italia e un mercato debole, dove la quota di auto elettriche nel corso del 2023 è scesa al 3,7% sul totale delle immatricolazioni, meno della metà rispetto alla media europea.Le preoccupazioni dei rappresentanti dei lavoratori sono tutte focalizzate su occupazione e livelli produttivi alla luce di volumi che nel corso del 2022 si sono fermati a quota 685.753 veicoli, in leggero recupero sul 2021 (+1,8%) ma sotto di quasi il 17% rispetto al 2019 e, soprattutto, lontani dalla soglia di un milione di autoveicoli che le imprese della filiera considerano necessaria a mantenere vivo il tessuto industriale della componentistica.Loading…I sindacati hanno chiesto stati di avanzamento concreti su tutti i dossier sul tavolo, legati alla riconversione industriale di parte delle produzione di Stellantis in Italia. Lo stesso ministro Adolfo Urso che ha sottolineato la verifica «degli impegni dell’azienda in investimenti, produzione e occupazione» e ha ribadito che l’obiettivo è quello di «salvaguardare la filiera automotive, asse centrale dell’industria italiana».Le sigle dei metalmeccanici hanno messo in fila le situazioni maggiormente critiche dal punto di vista della tenuta produttiva, come quella dello stabilimento di Cassino, dove è partita sì la produzione della Maserati Grecale, ma si marcia ancora a velocità ridotta con circa 150 lavoratori ogni giorno in cassa integrazione, e delle fabbriche di motori di Teksid, la Vm di Cento e Pratola Serra. E hanno chiesto passi avanti concreti sui progetti già annunciati come la nuova piattaforma produttiva a Melfi e la gigafactory di Termoli.Sulle due iniziative industriali del comprensorio di Mirafiori – la prima relativa all’avvio della produzione del nuovo cambio ibrido e la seconda sul polo per l’economia circolare – i sindacati hanno chiesto un approfondimento su progetti e tempistiche, oltre alle implicazioni di carattere industriale, occupazionale e professionale.