Gianmarco Tamberi, ospite della
seconda puntata di Belve su Rai2, il programma condotto e ideato
da Francesca Fagnani prodotto da Fremantle, in un’intervista
coraggiosa e inedita con la giornalista e conduttrice parla del
rapporto complicato con il padre: “Il fallimento più grande
della mia vita. Mi sono sentito tradito dalla figura
genitoriale” e affronta il tema del suo futuro: “ci penso ogni
giorno”. Ai Giochi di Parigi: “il momento più brutto”. Non
mancano una stoccata al nuotatore olimpico Thomas Ceccon e una
sorprendente ammissione: “Non amavo il salto in alto e tuttora
mi piace molto di più il basket: se avessi giocato ancora sarei
stato meno orgoglioso, ma più felice”.
In uno dei momenti più intensi dell’intervista (come rivelato
da alcune anticipazioni del programma), il campione olimpico
racconta il complesso rapporto con il padre in passato definito
“orrendo”. “Non avere rapporto con mio padre è il fallimento più
grande della mia vita”. Sulle dure “regole” imposte dal padre
Tamberi dice ancora: “Un conto è imporsele, un conto è
scegliere, un conto è qualcuno che sceglie per te. Un genitore
deve aiutarti a prendere la strada giusta ma non obbligarti a
scegliere quella strada. Io mi sono sentito in quel momento
molto tradito dalla figura genitoriale”.
Nel corso dell’intervista, infatti Tamberi, affronta il tema
delle scelte per il suo futuro: alla domanda di Fagnani risponde
di pensarci “ogni giorno”. Altro momento di grande intensità il
racconto delle Olimpiadi a Parigi e i problemi dovuti a
fortissime coliche che con molta probabilità gli hanno negato la
gioia di una medaglia. “Ero a Parigi, sicuramente tra i
favoriti. Mi sentivo forte” racconta l’atleta a Fagnani. Ma
quello che è successo “è stato il momento più brutto, sia come
dolore fisico che mentale, che d’animo”.
Nel corso dell’intervista Tamberi confessa, a sorpresa, di
amare più il basket del salto in alto. E non manca una stoccata
al collega olimpionico Ceccon (per il famoso post di Pucci
contro Tamberi da lui condiviso): “Ho giocato a basket fino a 17
anni” racconta l’atleta. “Se avessi giocato ancora a basket
sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami
fa la differenza”. “Non è così bello saltare un’asticella. Mi
piace tuttora molto di più il basket. Ho dovuto fare quella
scelta ma non amo quello che faccio”.
Un ritratto a tutto tondo quello che l’atleta concede a
Fagnani, che tocca anche la sua lunga storia d’amore, il
rapporto con gli amici, le ambizioni future.
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