“Mi auguro che il prossimo
commissario europeo sia espressione del partito popolare europeo
proprio perché vogliamo che la nuova politica agricola, insieme
a una nuova politica industriale, siano politiche certamente
finalizzate anche a contrastare il cambiamento climatico ma
nello stesso tempo devono essere politiche che garantiscono la
produzione agricola, la produzione industriale tenendo conto
anche della questione sociale”. Così il ministro degli Esteri e
della cooperazione internazionale a margine della World Farmers
Markets Coalition, in corso oggi a Roma. “Non siamo – ha
aggiunto- né negazioniste né fondamentalisti alla Greta
Thunberg, io credo che la nuova commissione europea debba
imprimere una svolta anche perché poi il maggior numero dei
commissari sarà dell’area del partito popolare europeo, quindi
da questo punto di vista sono convinto che un cambiamento,
grazie all’impegno dei popolari europei, ci sarà e ci sarà un
cambiamento nelle politiche di contrasto al cambiamento
climatico”. Sulle nomine per la nuova commissione europea ha
invece commentato che “prima bisogna avere il presidente della
commissione eletto, poi si fanno i nomi”. “Non è – ha
sottolineato- che si fanno i nomi quando il presidente non è
eletto. Appena il presidente verrà eletto ci saranno gli
incontri con i diversi governi, il presidente il consiglio
parlerà con la Von der Leyen , il Consiglio dei Ministri
indicherà il commissario italiano. Noi, come è noto, chiediamo
un portafoglio di peso e anche una vicepresidenza, vedremo come
procedono le trattative, siamo un Paese fondatore, abbiamo
sempre avuto noi la vicepresidenza, vediamo cosa accadrà al
termine trattativa”
Riguardo a un suo possibile coinvolgimento ha risposto che
assolutamente” lo esclude.
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