I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSit-in, flash mob, cortei, silenzio, licei occupati. L’Italia si mobilita nel nome di Giulia Cecchettin la giovane uccisa dal suo ex ragazzo. Le iniziative precedono le grandi manifestazioni in programma per sabato prossimo, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Onu. L’uccisione di Giulia ha colpito profondamente gli italiani e ovunque si segnalano eventi per ricordarla e per sensibilizzare sul tema della violenza di genere. Scuole ed università sono in prima linea. Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha promosso per oggi alle 11 un minuto di silenzio in tutti gli istituti per le donne vittime di violenze.Per Giulia facciamo rumore, liceali romani contro minuto silenzio Ma agli studenti della Capitale non basta. Centinaia di studenti riversati nei cortili dei licei romani hanno fatto “rumore” per Giulia e per ogni vittima di femminicidio. Al Manara, al Morgagni, all’Orazio e al Tasso, così come al Farnesina, al Virgilio, al Talete e al Mamiani, e in molti altri licei gli studenti si sono opposti al minuto di silenzio del ministro Valditara. «Nelle aule, nei corridoi, diciamo no a un silenzio assordante. Bruciamo tutto. Fate rumore con ciò che potete». Questo l’appello degli studenti. Con chiavi, megafoni, applausi, fischi e colpi sui banchi, gli studenti della Capitale si sono mobilitati contro la «società patriarcale. Per Giulia, per tutte, bruciate tutto. Siamo il grido di chi non c’è più. Mai più vittime»Loading…Un minuto di rumore per Giulia anche nei licei milanesiDal Manzoni al Tenca, dal Vittorini al Carducci, sono tanti anche i licei milanesi che hanno raccolto l’appello di Elena Cecchettin a fare rumore invece di osservare un minuto di silenzio per ricordare sua sorella Giulia. «Per le sorelle uccise non basta il lutto» è il messaggio degli studenti del liceo classico Manzoni, che nel cortile della scuola hanno ricordato che «la notizia della morte di Giulia ci fa arrabbiare ma non ci stupisce più perché Giulia è una delle tante, una delle tante donne uccise da un bravo ragazzo di buona famiglia». «Tutto questo è inaccettabile, una morte ogni 72 ore è inaccettabile, parlatene in classe, con gli amici e i parenti, discutete sull’argomento, non state in silenzio. Vogliamo giustizia, vogliamo decostruzione, vogliamo rumore», l’appello degli studenti del liceo classico Carducci.In un altro classico, al Tito Livio gli studenti hanno deciso di dipingere di rosso una panchina nel cortile della scuola come simbolo contro la violenza sulle donne, mentre allo scientifico Vittorini è stata letta in ogni classe la poesia ’Se domani’ di Cristina Torres-Caceres mentre gli studenti facevano rumore. Anche al Tenca, liceo di scienze umane, è stato riproposto l’invito della sorella di Giulia a «bruciare tutto» e studenti e studentesse hanno intonato cori ’Giulia Giulia’ e alzato cartelli per ricordarla. La Crui in campoC’è fermento anche nelle università: Giulia frequentava la facoltà di Ingegneria all’ateneo di Padova. E lì, nel ’suo’ cortile, centinaia di studenti si sono radunati ieri in mattinata per un flash mob rumoroso contro i femminicidi, mentre nelle aule l’inizio delle lezioni è stato introdotto da un minuto di silenzio. La Crui, la Conferenza dei rettori, si è impegnata «a sviluppare con decisione nelle Università tutte le iniziative volte a promuovere il rispetto della persona e fermare la violenza contro le donne. Educandoci in concreto ad una cultura e a comportamenti finalmente per tutti responsabili e coerenti».