I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaPotrebbe chiudersi questa settimana la trattativa all’Aran con le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria per il rinnovo contrattuale del personale del comparto Istruzione e Ricerca triennio 2019-21. Sono interessati 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenente ai settori scuola e Afam (compresi 850mila docenti) e 77.255 appartenenti ai settori università (con esclusione dei docenti) ed enti di ricerca. Sono state convocate due riunioni il 12 luglio dalle ore 9:30, per l’intera giornata ed il 13 luglio dalle ore 9:30, per l’intera giornata. Si tratta del “secondo tempo” del rinnovo del Ccnl. Dopo mesi di discussione con i sindacati il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, è pronto a chiudere la partita; e nei giorni scorsi ha reso nota la proposta sul tavolo di discussione con le parti sociali di utilizzo degli ulteriori 442 milioni a disposizione per gli incrementi.Con il primo tempo incrementi 101 euro per i docentiCon la prima sequenza economica, chiusa a fine 2022, era stato ottenuto un aumento medio lordo mensile per 13 mensilità per tutto il comparto pari a 98 euro. Per gli 850mila docenti, gli incrementi medi lordi si erano attestati a 101 euro al mese (lo scorso anno sono stati anche erogati gli arretrati per 2.362,49 euro medi per tutto il personale della scuola – per i docenti 2.450 euro medi). Le nuove risorse (442 milioni) sommano gli 85 milioni di residui contrattuali, i 220 milioni per la valorizzazione dei docenti (sbloccati dall’atto di indirizzo di Giuseppe Valditara), l’una “una tantum” di 100 milioni concordata con i sindacati e i restanti 37 milioni per la revisione dell’ordinamento professionale del personale tecnico-amministrativo (Ata).Loading…Nuovi aumenti in autunnoCon queste risorse aggiuntive l’aumento per gli insegnanti è destinato a regime a salire ad oltre 120 euro al mese (123-124 euro, come indicato dal ministro Valditara). Se la partita si chiuderà davvero nei prossimi giorni, la nuova sequenza contrattuale (che prevede anche la revisione della parte normativa del Ccnl) dovrà essere approvata da Mef e Funzione pubblica, e poi passare alla registrazione della Corte dei conti. Tutto questo iter porterà a far scattare gli aumenti tra settembre, più probabilmente ottobre.