(ANSA) – TRIESTE, 07 LUG – E’ davanti ai cancelli di Wartsila
che si è concentrata oggi, giorno di sciopero nazionale, la
protesta dei metalmeccanici di Trieste. Nello stabilimento di
Bagnoli della Rosandra – dove un anno fa è stato annunciato lo
stop della produzione – l’astensione dal lavoro è di 8 ore, con
adesione, secondo i sindacati, di oltre il 90%. Al presidio
all’ingresso, promosso da Fim, Fiom e Uilm, hanno partecipato
anche lavoratori di altre aziende, come Fincantieri e Leonardo.
“Dal ministero delle Imprese è giunta una lettera alle parti
con cui si propone di allungare i termini della scadenza
dell’accordo stipulato a novembre”, ha spiegato il segretario
territoriale della Uilm, Antonio Rodà. In questo modo eventuali
licenziamenti verrebbero scongiurati fino al 31 dicembre (oggi
30 settembre). “Ben venga una proroga, ma se è funzionale a far
emergere un piano industriale degno di quel nome. Se invece
serve solo ad allungare la situazione, il giudizio è negativo”.
Prima di parlare di ammortizzatori sociali, “vogliamo vedere
cosa c’è sul tavolo”.
“Possiamo parlare di proroghe se dietro c’è un piano
industriale”, gli ha fatto eco il segretario territoriale della
Fim, Alessandro Gavagnin. A breve, ha aggiunto, “ci aspettiamo
qualcosa di concreto dal governo”. Secondo Rodà, già la prossima
settimana potrebbe essere reso noto il progetto a cui sta
lavorando il governo “con soggetti di natura privata e, da
quanto abbiamo capito, anche una parte pubblica”.
Presenti al presidio anche i segretari nazionali Guglielmo
Gambardella (Uilm), Massimiliano Nobis (Fim) e Luca Trevisan
(Fiom): “Mai come adesso – ha affermato Trevisan – è urgente un
progetto di reindustrializzazione del sito di Trieste. Il
governo deve passare dalle parole ai fatti, lo sciopero ha
proprio questo significato: le rassicurazioni non sono più
sufficienti”. (ANSA).