La Sezione misure di prevenzione
del Tribunale di Milano ha revocato oggi “in via anticipata”
l’amministrazione giudiziaria che era stata disposta, lo scorso
gennaio, per Alviero Martini spa, nota azienda di moda
specializzata in borse e accessori, che era risultata all’epoca
“incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento
lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo”.
Il Tribunale, si legge in una nota firmata dal presidente
Fabio Roia, “ha ritenuto che l’adozione e la concreta attuazione
del Modello 231, l’organizzazione e l’applicazione delle
procedure relative al controllo fornitori, l’istituzione
dell’Odv (organismo di vigilanza), la risoluzione del rapporto
con un fornitore rivelatosi ‘a rischio’ (solo per citare aIcuni
dei rimedi adottati dalla sociètà nell’ambito dell’adeguamento
al piano prescrizionale) in tempi, peraltro, estremamente
rapidi, sono tutti elementi che danno conto di un atteggiamento
positivo della Società che, dopo il primo impatto con la misura
e con i suoi
organi, ha saputo reagire nel modo corretto, cogliendo nella
misura un’occasione di miglioramento”.
Dagli accertamenti dei pm Storari e Baima Bollone e del
Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri era emersa una
catena di produzione che dai laboratori-dormitorio, ossia
opifici in cui lavoravano cinesi clandestini e sottopagati,
arrivava nei negozi che vendono capi griffati.
Ora i giudici, però, evidenziano che la spa ha adottato
“iniziative importanti, in condivisione con gli amministratori
giudiziari, nella prospettiva di prevenire il ripetersi di
fenomeni come quelli che hanno dato origine all’amministrazione
giudiziaria”.
La “Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di
Milano (giudice delegato, dottoressa Giulia Cucciniello)”,
scrive Roia, “all’esito dell’udienza del 17 ottobre 2024 ha
disposto in via anticipata la revoca dell’amministrazione
giudiziaria ex art. 34 Ca nei confronti di Alviero Martini spa”.
La società, si legge, “ha dimostrato una profonda
comprensione della ratio della misura, intesa, dopo un primo
momento di inevitabile impatto critico, come un’occasione per
dotarsi di strumenti di cabotaggio interno, volti ad evitare la
reiterazione di vicende analoghe e di riscoperta di una cultura
della legalità estesa a tutta la catena produttiva”. Va detto
che “tutto quanto sopra esposto è stato realizzato senza che vi
fossero ripercussioni negative sul fatturato della società”.
Come chiarito, scrive Roia, “dagli amministratori giudiziari
‘il fatturato è in crescita, c’è stato un piccolo calo nei mesi
di luglio e agosto, ma complessivamente rispetto a ciascun mese
dell’anno 2023 è in crescita. C’è una permutazione qualitativa –
si legge ancora – le vendite in Italia sono in calo, però il
franchising Italia è in crescita per cui è quasi compensato, la
crescita del fatturato è data dall’incremento delle vendite
estere”.
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