La Cina ha presentato “proteste formali” contro la dichiarazione di Camp David, annunciata venerdì dai leader di Usa, Giappone e Corea del Sud al termine del loro storico summit trilaterale. Lo ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin.
La Cina ha espresso “forte insoddisfazione” contro una dichiarazione che, a suo dire, “ha gravemente violato le norme fondamentali che disciplinano la politica e le relazioni internazionali”. Pechino, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, “è intenzionata a continuare a salvaguardare con fermezza la sua sovranità e i suoi interessi di sicurezza e lavorerà con i membri dell’Asean per salvaguardare con decisione la pace e la stabilità regionali”. Il presidente Usa, Joe Biden, ha ospitato il premier giapponese, Fumio Kishida, e il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, per un vertice, descritto come l’avvio di un “nuovo capitolo” di una stretta cooperazione militare e in materia di sicurezza a tre vie. Pechino ha accusato i tre Paesi di aver dato vita a una “mini Nato”. Nella dichiarazione congiunta di venerdì, i tre leader hanno affermato di opporsi al “comportamento pericoloso e aggressivo” della Cina, esplicitamente menzionata, nelle controversie marittime nel mar Cinese orientale e Meridionale. Pechino ha anche accusato i tre leader “di aver diffamato e attaccato la Cina su questioni legate a Taiwan e questioni marittime, di aver gravemente interferito negli affari interni della Cina e di aver deliberatamente seminato discordia tra la Cina e i suoi vicini”. La dichiarazione di Camp David, pur precisando l’assenza di qualsiasi cambiamento della posizione di base dei tre leader, ha fatto esplicito riferimento a Taiwan, definendo la pace e la stabilità sulla vicenda “elementi indispensabili di sicurezza e prosperità nella comunità internazionale”. Su questo punto, Wang ha obiettato che “se i Paesi interessati si preoccupano davvero della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan, dovrebbero rispettare il principio della ‘Unica Cina’ e smettere di assecondare e sostenere i separatisti per l’indipendenza di Taiwan e le loro attività”. Infine, “la questione di Taiwan è solo un affare interno della Cina e la sua soluzione spetta esclusivamente alla Cina”.
Il presidente cinese Xi Jinping inizia oggi la sua visita di stato in Sudafrica dove parteciperà al vertice Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), in quella che è la sua seconda missione all’estero dopo quella di marzo da Vladimir Putin. E’ una mossa finalizzata a rafforzare l’influenza di Pechino tra le nazioni in via di sviluppo ed emergenti, nel mezzo delle relazioni sempre più deteriorate con gli Usa e delle tensioni economiche domestiche, tra le turbolenze in crescita del settore immobiliare e una crescita stagnante. Per Xi, il primo vertice in persona dei Brics (che valgono più del 40% della popolazione mondiale) dopo la pandemia del Covid-19 rappresenta un’altra opportunità per portare avanti la sua visione di un mondo più lontato dagli assetti occidentali a guida Usa e a favore di un ordine mondiale sinocentrico. Anticipando la visita di Xi, l’ambasciatore cinese in Sudafrica Chen Xiaodong ha definito venerdì i Brics come “un’importante piattaforma per la cooperazione tra le nazioni emergenti e in via di sviluppo” e “la spina dorsale dell’equità e della giustizia internazionale”, definendo obsoleta l’attuale governance globale. Il viaggio di Xi in Sudafrica è anche una risposta al presidente Usa Joe Biden che venerdì ha ricevuto venerdì a Camp David i leader di Giappone e Corea del Sud in un formato storico (una “mini Nato”, ha accusato Pechino) a cementare la cooperazione militare e sulla sicurezza contro le provocazioni della Corea del Nord e l’assertività della Cina, responsabile di “comportamento pericoloso e aggressivo” nel mar Cinese meridionale. Xi sarà il centro del vertice che dovrà decidere sull’allargamento del gruppo (secondo Pechino ci sono oltre 20 candidature), dato che Vladimir Putin non parteciperà di persona (ci sarà il ministro degli Esteri Serghei Lavrov) ma in video a causa del mandato d’arresto internazionale ai suoi danni per i presunti crimini di guerra in Ucraina. Il presidente cinese torna in Africa per la prima volta in cinque anni, sempre per il vertice Brics in Sudafrica del 2018, e presiederà il Dialogo dei leader Cina-Africa con l’omologo sudafricano Cyril Ramaphosa.
Approvato il riavvio dei voli tra Pechino e Pyongyang
La Cina ha approvato il riavvio dei voli commerciali tra Pechino e la capitale nordcoreana di Pyongyang, una decisione che modifica un blocco rigido in vigore nel Paese eremita dagli inizi del 2020 per contrastare la pandemia del Covid-19. “Durante la stagione dei voli estivi e autunnali, la parte cinese ha approvato i piani di volo per i passeggeri come le rotte Pyongyang-Pechino e Pechino-Pyongyang di Air Koryo”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, riferendosi nel briefing quotidiano alla compagnia aerea statale della Corea del Nord. Si tratta di un altro segnale di riapertura da parte di Pyongyang.
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