Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura“Non ho intenzione di scendere in politica”. A seguire le orme di papà Silvio, scomparso meno di un mese fa, per raccoglierne l’eredità, Pier Silvio Berlusconi non pensa. Almeno per ora. “La politica è un mestiere serio, che non si impara dall’oggi al domani”, sottolinea. Ma poi ammette che, subito dopo la morte del Cavaliere, “qualcosa a livello emotivo si è mosso: ho pensato che il suo rapporto con gli italiani e con l’Italia, fatto di amore e di libertà, è un lascito che deve vivere. Peraltro io ho 54 anni, mio padre ne aveva 58 quando è sceso in politica…”, aggiunge con un sorriso. “Chi sostituirà mio padre? Nessuno mai”.“No”, non c’è nessuna ipotesi di vendita di Mfe-Mediaset, afferma inoltre Pier Silvio Berlusconi. “In famiglia non ne abbiamo parlato. Mi ha dato fastidio che con la morte di mio padre ci siano state simili ipotesi, ma è normale”, aggiunge Berlusconi alla presentazione dei palinsesti della prossima stagione di Mediaset rispondendo a una domanda sui bruschi rialzo del titolo in Borsa dopo la scomparsa del padre.Loading…«In famiglia siamo compatti»“C’è compattezza – ha proseguito sui rapporti con i fratelli – io voglio un bene enorme a mia sorella Marina e voglio un bene enorme ai miei tre fratelli, Barbara, Eleonora e Luigi. Ognuno fa il proprio mestiere ma c’è compattezza assoluta”.Berlusconi ha poi descritto come “normalissimi” e “cordiali” i rapporti con Vivendi, secondo socio di Mfe (definito “silente” da Pier Silvio Berlusconi) e interessato in base ad alcune ipotesi ad avere un ruolo più rilevante nel futuro del gruppo televisivo italiano.Fusione con Cairo? FantaeditoriaL’a.d. di Mfe ha poi commentato i rumors su un possibile interesse di Urbano Cairo (proprietario di Rcs Mediagroup e di La7) per Mediaset: “Io sono un fan di Urbano Cairo, ho un bellissimo rapporto con lui fin da ragazzino, è bravo, simpatico, capace. Lui ha sempre smentito e non c’è niente ad oggi – ha detto – Se mai ci fosse, non so, Mondadori con Rcs? Rcs con Mediaset mi sembra un incastro un po’ spericolato visti i valori in ballo: in una fusione ci mangeremmo Rcs. Lui ha parlato di fantatelevisione, io la chiamerei fantaeditoria”.