Tutto questo ci consentirà di evitare cartellini rossi?Secondo le valutazioni fatte ad oggi, saremo in grado di raggiungere quasi tutti i nuovi e più sfidanti obiettivi. Su due fronti – riduzione dei consumi e taglio delle emissioni nei settori non industriali (trasporti, civile e agricoltura) -, i target che ci vengono chiesti a livello Paese sono estremamente sfidanti. E, in base alla valutazione degli indicatori energetici ed emissivi al 2030, derivanti dall’applicazione dell’approccio appena delineato, emerge che, nonostante gli sforzi, siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi al 2030. Nello specifico, il Fit for 55 pone un target di 94 Mtep al 2030 per il consumo finale, ma, secondo le nostre stime, l’asticella si attesterebbe a 100 Mtep. Quanto al taglio delle emissioni per i settori non Ets, prevediamo un -36% contro un obiettivo vincolante dell’Europa fissato a -43,7 per cento.Come vi muoverete per recuperare il terreno perduto?Occorrerà valutare nuove misure straordinarie per l’ulteriore riduzione dei consumi e delle emissioni nel settore civile, nei trasporti e nell’agricoltura e trovare l’adeguata copertura finanziaria. In vista della predisposizione del Piano definitivo, sarà necessario attivare una interlocuzione costante con l’Europa che tenga conto di alcune specificità della situazione italiana di medio termine, con riferimento ad alcuni target specifici. Infine, nell’ottica di un approccio “pragmatico” e di attenzione al tessuto “industriale” e “sociale” del nostro Paese, una particolare attenzione intendiamo darla alle attività di monitoraggio e di analisi di impatto, anche in termine di costo-efficacia, delle politiche e misure da mettere in campo. Abbiamo un anno a disposizione, fino al 30 giugno 2024.Lei prima accennava alla messa a punto del nuovo capitolo del Pnrr per intercettare i fondi del RepowerEu. Potrebbe essere quella la leva per ottenere un ulteriore spazio d’azione?