Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaScambio di messaggi su X tra il vicepremier e ministro Matteo Salvini e Viktor Orbán a proposito del processo Open Arms. «Il patriota più coraggioso d’Europa punito per aver fermato l’immigrazione. Coloro che difendono l’Europa vengono costantemente penalizzati. Cosa sta succedendo? Matteo Salvini è il nostro eroe!», scrive in un tweet il primo ministro ungherese. La replica: «Grazie Viktor, ci vediamo venerdì nella splendida città di Budapest. Le prove e le minacce non fermeranno il vento del cambiamento e della libertà che soffia in Europa».Foti (FdI): noi con Salvini, se c’è reato responsabile anche Conte«Sulla difesa a Salvini da parte del governo non c’è alcuna reazione scomposta, come invece commenta oggi il presidente dell’Anm Santalucia. Noi abbiamo ben chiara la separazione dei poteri e la rispettiamo». Il punto, secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti, è che «una legge può essere interpretata da parte dei pm, ma non in modo tanto estensivo da stravolgerne il senso. Noi difendiamo l’operato dell’allora ministro dell’interno Salvini, che attuò una chiara linea politica». E «se un reato è stato commesso, comunque, la responsabilità dovrebbe ricadere anche sull’ex presidente del Consiglio Conte, che avallò quella scelta, nonostante oggi ne prenda le distanze».Loading…Aggiornata la biografia “Controvento”«Arrendermi? Mai. Io non mollo». Matteo Salvini rilancia all’indomani della requisitoria in cui la Procura di Palermo ha chiesto la sua condanna a 6 anni per il caso Open Arms. Aggiorna la sua biografia “Controvento” con tredici pagine intitolate “Processo a un italiano”, per raccontare la sua versione di quello che considera un processo politico. Il centrodestra intero è con lui. Nel suo breve instant book Salvini elenca tredici vicende di navi di ong rimaste in mare, «che non risulta abbiano fatto scattare qualche Procura». E si dice «certo che a Palermo i giudici saranno certamente più equilibrati della collega Apostolico», la giudice di Catania finita nella bufera un anno fa per non aver convalidato il trattenimento di alcuni migranti nel Centro di permanenza di Pozzallo. Concetti che diventeranno una costante nella mobilitazione lanciata dalla Lega da qui alla sentenza.