08 settembre 2024 | 13.54
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Nel M5S “nessuno può dire di questo si discute e di questo no”. Lo ha detto Giuseppe Conte alla festa del Fatto parlando di Beppe Grillo e sottolineando che “non accetterò mai un soggetto soprelevato sulla comunità, io non potrei esserci”. Con Grillo “non ci siamo più sentiti e non mi ha più chiamato, evidentemente deve andare così. Non è questione Grillo conto Conte, ma Grillo contro una comunità che vuole discutere”, ha detto tra l’altro il leader M5S.
“Abbiamo lanciato un processo costituente mai fatto da un partito o un movimento in Italia e in Europa. Mi ha fatto sorridere che chi ha lanciato l’idea della democrazia dal basso viene meno adesso che si realizza un vero processo di partecipazione”, ha detto Conte. “Abbiamo parlato con lui l’ho tenuto aggiornato”, ha proseguito il leader pentastellato.
Parlando delle questioni interne al M5S, Conte spiega che “non torno a fare l’avvocato, ma sono tranquillo. Un garante dovrebbe rispettare un impegno contrattuale. Nel contratto ci sono specifici obblighi, serve a evitare future discussioni”. “La scissione è una prospettiva cui non abbiamo pensato né immaginato, mi sorprenderebbe, sarebbe la massima contraddizione. Nella storia del M5S prima i quesiti erano imposti dall’alto, ora partono dal basso e dovremmo perdere il Garante? Che logica c’è?”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda il dibattito interno nel M5S, “il simbolo è già cambiato più volte nella storia del Movimento, abbiamo messo la parola pace. Il doppio mandato? Io non c’ero, si sono inventati con Grillo compiacente il mandato zero. Sono già cambiati simbolo e doppio mandato. Ma io non ho detto dobbiamo cambiare, ma ascoltiamo”.
“Se il simbolo resta identico va benissimo, lo voglio chiarire. Io non sono qui a fare il leguleio, sono il leader che ha avviato confronto”. “Ma non è detto che il simbolo verrà cambiato, magari i nostri iscritti non vorranno farlo e va benissimo”, ha detto ancora Conte.
“La fiducia si vede dalle elezioni, è il popolo italiano che non si fida più di Renzi. Noi non potremmo mai lavorare con Renzi, non potremmo mai costruire un progetto con lui”. “Campo largo che significa? Che chi ha votato con la Meloni, siccome ha perso le elezioni, viene con noi? Non è una questione di simpatia o idiosincrasia, per il bene comune uno se le fa passare. Ma qui è per il male comune. Loro sono per il jobs act, il salario minimo non lo vogliono, hanno raccolto firme contro il reddito di cittadinanza. Nei passaggi determinanti della legislatura hanno votato con Meloni”, ha aggiunto.
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