Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaLa città e l’integrazione. L’ingresso dalla porta principale di chi arriva in Italia e la frustrazione di chi ci prova ma resta fuori. Prima tappa è la scuola. A Milano c’è un luogo, una scuola, che traccia le coordinate di cosa sia oggi la scuola multietnica. Siamo nella elementare di via Paravia, nel quartiere delle case popolari di San Siro.E qui si possono ascoltare due suoni, sullo sfondo le note che arrivano da piazza Selinunte, dove spesso gli eroi di strada sono rapper che cantano del degrado del posto dove vivono e del sogno della ricchezza a tutti i costi.Loading…In primo piano gli accenti di una lingua che non è l’italiano perché in queste classi la maggioranza dei bambini con percentuali che sfiorano il cento per cento sono stranieri. Il podcast della serie Vie di uscita , prodotto da il Sole 24 ore e Radio 24, racconta la storia delle insegnanti di questa scuola. Il titolo è: «Le maestre di via Paravia, la scuola senza italiani».L’italiano non c’è perché gli italiani si sono spostati verso il centro città o verso scuole private e abbandonano il proprio bacino scolastico d’utenza. A Milano nelle scuole pubbliche sono iscritti circa settantamila bambini stranieri. Concentrati nei quartieri di periferia. Quelli più poveri, quelli in cui i grattacieli si vedono solo da lontano. O non si vedono proprio.