Immagini nelle quali sembra di
immergersi nella potenza della natura incontaminata, altre in
cui l’impatto dell’industria e dell’inquinamento si mostra in
tutta la sua forza drammatica e altre ancora in cui pezzi di
vita dei nativi, Sioux, spingono a chiedersi a chi appartenga la
terra. È, così come la definisce lui stesso, “una mostra dai
molti significati e aperta a tante interpretazioni”, quella che
Galleria d’Italia di Torino ospita dal 17 ottobre al 2 marzo,
‘Mitch Epstein. American Nature’, la più importante
retrospettiva del fotografo americano.
Curata da Brian Wallis, l’esposizione presenta per la prima
volta riunite le serie fotografiche più significative degli
ultimi vent’anni di Mitch Epstein in cui esplora i conflitti tra
la società americana e la natura selvaggia nel contesto del
cambiamento climatico globale, con le tre serie di ‘American
Power’, ‘Property Rights’ e ‘Old Growth’, di cui è presentata in
anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo che celebra
le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati
Uniti. Sono inoltre in mostra altre due opere del fotografo,
‘Forest Waves’, un’installazione video e sonora delle quattro
stagioni nelle foreste del Berkshire e il cortometraggio ‘Darius
Kinsey: Clear Cut’.
“Alcune delle sue immagini rimarranno per sempre nella nostra
memoria – sottolinea Michele Coppola, executive director Arte,
Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo – e lavorare con i più
grandi fotografi al mondo significa ragionare sull’attualità
grazie a un punto di vista privilegiato”. “Dobbiamo avere il
coraggio di oltrepassare i confini, di affrontare le sfide come
razza umana, e il mio compito non è dare delle risposte ma fare
delle domande – dice Epstein – e quello che possiamo imparare da
queste foreste vetuste, che sono ormai meno del 5%, è tantissimo
e una delle sfide principali è proteggerle”.
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