I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaLa regìa del Pnrr passa ufficialmente nelle mani di Palazzo Chigi con una struttura nuova di zecca che ingloba quella del Mef e gestirà la programmazione, compresa quella dei fondi di coesione, fino alla scadenza del Piano nel 2026. Non solo: per far correre le opere arrivano una serie di semplificazioni per assegnare gli appalti più in fretta, commissariare più rapidamente i Comuni lumaca e bypassare la burocrazia delle sovrintendenze dei beni culturali. Queste le misure più importanti del nuovo decreto (il terzo) sulla governance del Pnrr che nel testo appena approdato nella Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio vede saltare anche il fondo di 20 milioni per le prefetture.La nuova governance alla Presidenza del ConsiglioDopo i due decreti con le prime semplificazioni approvati dal precedente Governo Draghi ecco il primo dell’era Meloni. La prima misura prevede appunto il passaggio della regìa del Piano sotto la Presidenza del Consiglio, dove nasce una «struttura di missione» con incarico fino al 31 dicembre 2026. Sarà gestita da un coordinatore e articolata in quattro direzioni generali, darà supporto all’autorità politica e svolgerà «le interlocuzioni con la Commissione europea». La nuova struttura sarà affiancata dal nuovo Ispettorato Generale per il Pnrr posto alle dipendenze del Mef con il compito di vigilare sulla spesa. Il governo interviene anche sulle unità di missione del Pnrr all’interno dei singoli ministeri, oggi vincolate a dirigenti incaricati fino al 2026: le funzioni delle unità di missione potranno quindi essere trasferite «ad altra struttura di livello dirigenziale generale, individuata tra quelle già esistenti». Per rafforzare le unità di missione vengono stabilizzati i contratti a termine, legati al piano, di ogni ministero.Loading… Meno vincoli sugli appalti, anche quelli archeologiciPer velocizzare gli interventi arrivano misure urgenti per far funzionare meglio la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale «VIA» e «VAS» e la commissione tecnica Pnrr-Pniec (il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima). Inoltre, viene semplificato l’affidamento dei contratti pubblici che potrà avvenire anche soltanto sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica. In particolare si estendono a tutti gli appalti, comprese le infrastrutture connesse, le procedure “supersemplificate” già previste per l’edilizia penitenziaria, ferroviaria e giudiziaria, in materia di conferenza dei servizi, VIA e acquisizione degli assensi dei Beni culturali; inoltre si dimezzano i termini per l’esproprio e quelli per l’espressione del parere da parte della Conferenza unificata per le opere e si ampliano le funzioni del Comitato speciale istituito presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici.Più rapida sarà anche la tutela dei beni culturali interessati dagli interventi del piano, perché viene affidata ad una Sovrintendenza speciale, in sostituzione delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio.Rafforzati i poteri sostitutivi in caso di inadempienzaCommissariare un ente locale inadempiente con gli obblighi del piano sarà più rapido: Province, Comuni e Ambiti territoriali che non adotteranno i provvedimenti necessari all’avvio dei progetti del Pnrr avranno 15 giorni e non più trenta per provvedere a mettersi in regola dopo il richiamo del ministro competente. Se il termine non viene rispettato, il ministro nomina un commissario che adotterà gli atti necessari. Il commissario possa svolgere una pluralità di atti e/o interventi (e non solo un singolo atto) e provvedere all’esecuzione dei progetti, assicurando il coordinamento operativo delle varie amministrazioni e soggetti coinvolti. In caso di progetti infrastrutturali, si estendono al commissario i poteri propri del commissario straordinario delle grandi opere.In caso di dissenso, diniego, opposizione proveniente da un organo idoneo a precludere la realizzazione di un intervento si attribuisce il potere di impulso per rimettere la decisione al consiglio dei Ministri anche al Ministro competente, oltre che alla Struttura di missione Pnrr.Le misure su scuola e università. Stop ai fondi per i prefettiIl decreto prova ad aiutare quegli obiettivi Pnrr che hanno avuto le maggiori difficoltà, tra cui l’edilizia scolastica: i Comuni potranno procedere con affidamenti diretti dei lavori sotto alcune soglie di spesa. Per favorire il rientro dei “cervelli” in Italia, e quindi per l’università, si introduce un esonero contributivo a favore delle imprese che partecipano al finanziamento delle borse di dottorato innovativo e che assumono personale in possesso del titolo di dottore di ricerca; si prevede che almeno un quinto dei posti disponibili di professore di prima fascia sia destinato alla chiamata di giovani ricercatori presso le università italiane. Nel testo finale salta il fondo destinato alle Prefetture da 20 milioni di euro l’anno dal 2023 al 2026 per supportare gli enti locali destinatari di fondi Pnrr nell’acquisizione presso società a prevalente partecipazione pubblica «di assistenza specialistica».