(ANSA) – ROMA, 26 GIU – A 20 anni dalla morte, la figura di
Katharine Hepburn conserva ancora tutta la forza innovatrice che
traspare da ogni scelta fatta in sessant’anni di carriera.
Sportiva, fisico androgino, viso spigoloso, non fece mai mistero
di preferire il lavoro e la fama alla famiglia e si guadagnò fin
da subito la stima dei più grandi registi statunitensi,
ottenendo 12 candidature all’Oscar@ e vincendone quattro (Premio
migliore attrice protagonista per La gloria del mattino,1934;
per Indovina chi viene a cena, 1968; per Il leone d’inverno,
1969 e per Sul lago dorato, 1982).
Il documentario Call me Kate – La vita di Katharine Hepburn, in
esclusiva su Sky Documentaries giovedì 29 giugno alle 21.15 in
streaming solo su NOW e disponibile anche on demand, va al di là
della figura elegante e sicura che appariva sul grande schermo,
rivelando una personalità complessa, riservata, ferita dal
suicidio del fratello, incastrata spesso in relazioni tossiche.
Figlia di una suffragetta e di un urologo che parlava ai figli
di malattie veneree e di contraccezione, Kate crebbe in una
ambiente libero che la spinse a essere pionieristica in ogni
aspetto della sua esistenza; andando contro le convenzioni,
dimostrava che si può essere felici anche essendo solo sé
stessi. Per questo, spiega la regista Lorna Tucker, “Call Me
Kate è anche un film per gli emarginati, i disadattati, le
ragazze e i ragazzi a disagio con sé stessi, che non si
conformano alle aspettative tradizionali. È la storia universale
di come, come Kate, dobbiamo essere fedeli a noi stessi, non
alle forze che ci modellano”. Tante le testimonianze che
raccontano il lato intimo della Hepburn, in particolare del
nipote che la ricorda insicura e fragile poco prima di salire su
un palcoscenico. Il film è ricco di aneddoti e di momenti di
vita privata che emergono da home video e fotografie mai visti e
nastri audio inediti, comprese ore di interviste registrate
dall’amico Glenn Plaskin, al quale Kate parlò del grande amore
della sua vita, Spencer Tracy, dicendo di essersi innamorata di
lui “praticamente subito”. Un amore travagliato il loro, non
solo perché Tracy era già sposato e non volle mai divorziare, ma
soprattutto per la sua dipendenza dall’alcol; ma ancora molti
anni dopo la morte del grande attore, Kate indossava il maglione
di Tracy per sentire ancora il profumo del suo grande amore.
(ANSA).