Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaRimini è la città più immaginata d’Italia. Intanto perché non coincide con il suo perimetro amministrativo; anzi, lo slarga di molto: inizia in un punto indistinto della costa adriatica, verso Nord (i lidi di Ravenna o forse più su, in vista di Venezia…), e finisce sulla via Panoramica di Gabicce Mare, alle pendici del San Bartolo, il promontorio che fa da cesura tra su e giù, tra la riviera di qua e il mare delle Marche.Ma non è solo una questione di spazio, percepito in modo diverso da come lo definiscono le carte. Perché le carte sono fredde, si sa, se quel che c’è scritto sopra non rimane nel sangue di chi legge.Loading…C’è dell’altro. Oltre allo spazio c’è qualcosa che riguarda il tempo e, in particolare, il tempo dell’infanzia. Intendo dire che a Rimini, anzi lungo quel centinaio di chilometri di costa che arriva fino a Gabicce, hanno vissuto i loro sogni estivi diverse generazioni di bambini che lì, stagione dopo stagione, hanno preso le misure con la vita, con l’amore, con la morte. Nella compressione estiva i piccoli villeggianti di almeno quattro generazioni hanno formulato collettivamente, per via spontanea e in modo del tutto diverso da come è stato per altri luoghi di vacanza, una mappa dei sentimenti di straordinaria forza evocativa e persistenza. La mappa in questione, però, come sempre quando c’è di mezzo la memoria, è anche piena di insidie, di inganni, di tranelli.Anche io per molte estati, dalla metà degli anni Sessanta, sono stato un bambino in vacanza sulla riviera romagnola, proprio al suo polo estremo, a Gabicce Mare, nell’ultima pensione prima della salita verso Monte.Pensavo a quest’incrocio di ricordi e false piste che la vita, mettendoci alla prova senza alcun riguardo, ci sottopone di continuo, un sabato di qualche mese fa passeggiando tra le sale del museo di Rimini. Ero lì per la cerimonia nuziale di due brave amiche scrittrici, Silvia e Lorenza, ed essendo in anticipo ne approfittavo per rivedere una volta di più, senza fretta né metodo, le meraviglie sorprendenti di quel piccolo museo.