Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaFedrigoni non produrrà più la carta di Fabriano, quella raccolta in risme da 500 fogli, 100% di pura cellulosa certificata, impiegata nelle fotocopiatrici, fax e stampanti al laser, oggetti che già da qualche anno sono considerati vintage e per collezionisti. I fondi Bain e BC partners, che dal 2018 controllano il gruppo che è tra i più importanti operatori al mondo nella produzione di carte speciali per una vasta gamma di settori, hanno scelto di uscire dal business dell’ufficio e la conseguente chiusura di Giano 1264, la società dedicata a questo segmento, che cesserà ogni attività produttiva e commerciale: troppo bassi i margini, in calo strutturale la domanda di mercato, coperta principalmente da grandi gruppi internazionali specializzati, con impianti produttivi più efficienti per via delle dimensioni e degli ingenti volumi gestiti, infruttuosi due anni di ricerca di partner disposti a investire, con le ultime due trattative naufragate durante l’estate.La iniziale ricerca di partner «Abbiamo cercato a lungo, senza successo, partner che dessero le necessarie garanzie di sviluppo e di rilancio del business dell’ufficio – conferma l’amministratore delegato di Fedrigoni, Marco Nespolo -. Abbiamo sondato tutti gli scenari possibili, fino a valutare la vendita dell’intero business Fabriano, nonostante sia per noi un asset strategico. Neanche in questo caso abbiamo, purtroppo, individuato potenziali partner». La data della chiusura è stata fissata al primo gennaio 2025 e la decisione dell’azienda avrà un impatto su 195 dipendenti (complessivamente sono 600 tra comuni Fabriano, Pioraco e Castelraimondo, ndr.): gli addetti alla produzione di carta per l’ufficio, manutenzione e gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano (la sola macchina continua F3), l’unità di trasformazione del vicino sito di Rocchetta (il reparto di taglio), e gli impiegati di Giano.Loading…L’impatto sul territorio«Faremo tutto il necessario per mitigare l’impatto di questa decisione sulle nostre persone coinvolte – anticipa l’ad -. Il confronto e la collaborazione con tutte le parti sociali sarà fondamentale». La decisione di chiudere era nell’aria da tempo, visto che già a dicembre scorso l’azienda aveva confermato che i dipendenti di Giano avevano la possibilità di uscire sfruttando l’incentivazione all’esodo per tutto il 2024; i sindacati sono stati informati ieri mattina: ora si aprirà un tavolo, sul quale sarà presente anche la Regione Marche, per provare a rimodulare la scelta dell’azienda, anche in considerazione della volontà espressa da Nespolo di non abbandonare le Marche e «di concentrare gli sforzi sullo sviluppo dei siti produttivi presenti sul territorio e nel brand Fabriano, simbolo d’eccellenza del Made in Italy nel mondo e asset strategico per Fedrigoni».