Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’accordo di programma tra Governo ed enti locali sull’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, si farà. Dopo una prima apertura nel vertice al ministero del 19 gennaio, lo ha confermato il 21 febbraio il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ricevendo il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, del Pd.L’accordo di programma, sul modello Genova, è ciò che chiedono da anni Comune di Taranto e Regione Puglia. È uno strumento finalizzato a mettere insieme, cercando di governarle, diverse cose: la chiusura delle fonti inquinanti della fabbrica dell’acciaio, la decarbonizzazione, la riconversione industriale ed economica dell’area di Taranto, la riqualificazione e la tutela dei lavoratori che, col passaggio graduale dagli altiforni del ciclo integrale ai forni elettrici, saranno in esubero perché l’acciaio da forno elettrico richiede molto meno personale di quanto oggi Acciaierie d’Italia ne ha in organico, sia pure con 3.000 in cassa integrazione straordinaria da un anno, di cui 2.500 a Taranto.Loading…La conferma di Urso sull’accordo di programma arriva mentre il nuovo decreto legge, dopo l’approvazione della commissione Industria del Senato, si accinge a ricevere il 22 febbraio il via libera dell’Aula per passare poi alla Camera. Prima ancora di gestirlo, non sarà però facile impostare l’accordo di programma perché i sindacati sono sulla difensiva. Temono che esso si riduca sostanzialmente alla chiusura dell’area a caldo, la più impattante ambientalmente, ma anche la parte fondamentale dell’acciaieria, determinando così un tracollo di posti di lavoro.Per Urso, di FdI, che rilancia la collaborazione con due amministrazioni locali, Comune di Taranto e Regione Puglia, guidate dal centrosinistra con il M5S, l’accordo, invece, riqualificherà e riconvertirà l’ex Ilva e «disciplinerà il cronoprogramma degli investimenti industriali per la riconversione green e le iniziative funzionali a rilanciare il territorio tra cui il parco eolico off shore e il Tecnopolo». Il primo è la costruzione, in un’area del terminal container di Taranto, degli impianti destinato al parco eolico al largo di Otranto di Falck Renewables e Blue Float Energy, società che hanno un accordo con AdI (fornitura di energia rinnovabile in cambio fi acciaio per la costruzione degli stessi impianti. Il Tecnopolo, invece, è il centro di ricerche, già finanziato nella legge di Bilancio del 2019 con i primi 9 milioni, destinato ad assecondare lo sviluppo sostenibile coinvolgendo imprese, ricerca e Università.Per il sindaco di Taranto, Melucci, il ministro si è mostrato «molto consapevole e seriamente al lavoro sui nostri dossier». «Non abbiamo tempo da perdere – rileva Melucci –. Serve dare slancio a un modello di sviluppo alternativo e sostenibile per l’area di crisi industriale di Taranto, definendo una volta per tutte la prospettiva di riconversione dell’ex Ilva. Inizia da qui il lavoro tecnico-giuridico degli enti locali, a supporto del Governo, nella redazione dell’accordo di programma».