Valerio Magrelli e Ovidio. Lo
scrittore porta il 18 e 19 luglio Le Metamorfosi al Caracalla
Festival in una lettura commentata del poema latino incentrata
sul concetto di trasformazione come condanna, atto di salvezza o
di giustizia. Magrelli – premio per la Poesia italiana nel 2002
– sarà in scena alle 19 al Teatro del Portico nella seconda
proposta di prosa del Festival, arricchito quest’anno dalla
programmazione “Off” che spazia dall’opera al cinema fino al
teatro. ”Ho letto e riletto Ovidio in italiano gettando ogni
tanto un’occhiata sul testo a fronte – spiega lo scrittore – e
mi sento di poter adottare per intero la splendida definizione
di Roberto Andreotti: Classici elettrici, ossia ad alta
conduzione, testi in cui la corrente guizza via attraverso i
secoli. E’ la più convincente metafora che ho trovato per
definire le opere fondanti della nostra cultura. La
trasmissibilità delle Metamorfosi fa loro varcare duemila anni
come se niente fosse”. Magrelli dice di aver scelto Ovidio
”soprattutto per la sua potenza narrativa, anzi, direi meglio,
per la forza di trazione e attrazione esercitata sul lettore”.
Nel poema – composto tra l’anno 2 e l’anno 8 del I secolo d.C. –
Ovidio raccoglie e rielabora più di 250 favole del mondo
greco-romano legati alla trasformazione, fisica e spirituale.
Dei dodicimila esametri dell’ opera, Magrelli offre
all’ascoltatore una selezione vasta e accurata in questa sua
prima lettura pubblica basata sull’edizione critica firmata di
Enrico Oddone.
Valerio Magrelli (Roma, 1957) ha pubblicato sei libri di
poesie raccolti nel volume Le cavie (2018), il pamphlet in versi
Il commissario Magrelli (2018), e un ciclo di quattro volumi in
prosa (2013), tutti pubblicati da Einaudi. Il suo ultimo libro
di versi è Exfanzia (Einaudi 2022). Professore ordinario di
letteratura francese all’Università Roma Tre, ha diretto la
serie trilingue “Scrittori tradotti da scrittori” (Einaudi;
Premio Nazionale per la Traduzione 1996).
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