I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl «tormentone» dell’estate scorsa fu la polemica per i prezzi esagerati del Crazy Pizza, l’ultima creatura di Flavio Briatore, con tanto di strali dei pizzaioli veraci di Napoli. Al funambolico vip, l’idea di lanciare pizzerie “glamour” in giro per il mondo era venuta a Londra. Possibile che non esista un marchio italiano di pizza su scala internazionale? Di lì, il lancio di «Crazy Pizza», un locale che serve un cibo “popolare” ma in un ambiente di lusso.Lo schema di giocoIl personaggio è una celebrità, dagli anni nella Formula Uno con la Scuderia Benetton, al programma tv “The Apprentice”, ma a muovere la galassia, tra cui i famosi Twiga e Billionaire per un totale di 20 locali da Montecarlo a Dubai, c’è un uomo dietro le quinte. Si chiama Francesco Costa: è l’alter ego di Briatore, anche nello stile di vita, lontanissimo dai riflettori e dalla mondanità. Da oltre dieci anni – i due si conobbero, ancora una coincidenza, proprio a Londra – è il socio di Majestas, la società capofila dal nome recente dopo una ristrutturazione, equamente divisa al 50% tra i due. La ricetta è unire il divertimento, da sempre associato al nome di Briatore, alla qualità del cibo. Quindici anni fa quando comparvero i primi locali internazionali di tendenza, come il Buddha Bar di Parigi, sul menù si avvisava che il locale era noto per la sua atmosfera (non per la cucina). «Una sorta di regola non scritta nell’ospitalità è che i posti alla moda e fighi servano cibo pessimo e che i posti dove si mangia bene siano noiosi – esordisce lo schivo imprenditore –. Noi abbiamo voluto spezzare questo dogma, con l’idea del luxury dining»: il Sumosan-Twiga di Sloane Avenue a Londra, per esempio, è un locale stile Briatore ma rinomato anche per l’ottimo sushi. Aprire locali, nell’epoca della «Movida Economy», è (relativamente) facile; il difficile è non perdere soldi: «Majestas è una società e come tale deve fare utili» chiosa Costa, snocciolando numeri notevoli per un settore, la ristorazione, dove quasi tutti sono in rosso perenne. L’anno scorso il duo Briatore-Costa ha incassato 78,8 milioni di euro, di cui 60 milioni dai due locali “bandiera” (25 milioni ciascun marchio), portando a casa un margine del 25%: il tutto «senza debiti perché usiamo la cassa per spesare gli investimenti nelle nuove aperture».Loading…Il fattore vacanzaL’estate è alle porte, la stagione delle vacanze incombe e Costa, nato e cresciuto a Roma, con un passato in Western Union, disegna i piani futuri. Gli otto Crazy Pizza tra Milano, Roma e in giro per il mondo diventeranno 15 (molti in franchising, cosa che ridurrà il costo per la casamadre). «Per costruire un marchio di pizza all’estero, bisogna prima essere forti in Italia – osserva – poi il prossimo passo sarà lo sbarco del Billionaire negli Stati Uniti, a Miami». Scelta a prima vista inflazionata e banale, ma figlia della tendenza mondiale dell’industria. Oggi «i grandi numeri nell’ospitalità arrivano dai luoghi di mare e di vacanza, più che dalle metropoli». C’entra molto la psicologia: «Quando sono in vacanza le persone sono più rilassate, tendono a spendere di più, si concedono qualche lusso», nota Costa. La riprova è che il locale più di successo di Majestas è il Billionaire di Dubai, dentro al Taj Hotel.L’obiettivo 2023 Sulla scia di queste tendenze, del ritrovato boom del turismo e delle nuove aperture, Costa si aspetta che Majestas arrivi a 100 milioni di giro d’affari quest’anno. Possibile farlo con la pizza, anche se da 50 Euro? «Le polemiche dell’anno scorso alla fine ci hanno portato tanta pubblicità. E poi ha ragione Flavio: cos’è che la gente mangia alla fine? La pizza. Piace a tutti».