I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSi facevano chiamare “Fronte legionario sardo”, con tanto di simbolo e attività di proselitismo. Ma l’attività eversiva è stata bloccata dai carabinieri del Ros nell’ambito dell’operazione denominata Reazione che ha portato a 4 arresti, uno dei quali ai domiciliari, e a 11 indagati.Blitz all’alba con 4 arrestiQuesta mattina l’operazione portata avanti dai Ros, in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Nuoro, lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Sardegna”, il 11° Nucleo Elicotteri di Elmas ed il Nucleo Cinofili, che ha dato esecuzione a all’ordinanza di custodia cautelare (ed ulteriori 11 decreti di perquisizione) emessa dal Gip. del Tribunale di Cagliari su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone. Tra questi, come sottolineato dai militari, alcuni presunti componenti di un gruppo neofascista attivo in particolare nella baronia sarda, (che in ultimo si era riunito sotto la sigla Fronte Legionario Sardo), ritenuto responsabile, nel tempo, di numerosi atti intimidatori (compiuti anche con armi ed esplosivi) in direzione della popolazione e sedi istituzionali, nonché di reati contro la persona, il patrimonio e spaccio di stupefacenti.Loading…L’attività di indagineI provvedimenti sono arrivati al termine di una lunga serie di indagini partite il 25 maggio 2019 quando in prossimità di alcuni seggi elettorali vennero ritrovati proiettili calibro 7.65 allegati a un volantino firmato dal “Movimento Politico Reazionario”. All’interno un testo «fortemente antieuropeista, anti-immigrazione e di ispirazione di destra sovranista,» e un invito alla popolazione al « “NON VOTO” alle consultazioni elettorali europee del seguente 26 maggio 2019» oltre che minacce al Governo e Parlamento «in caso di mancata accettazione delle istanze espresse nel volantino stesso, di intraprendere “la lotta armata” attraverso “attentati alle sedi istituzionali di tutta Italia” e diffondendo “dati ed informazioni secretate dallo Stato”».Uno scenario inquietanteFondamentale per la ricostruzione dello scenario è stato lo scambio di informazioni tra gli elementi raccolti dagli esperti del Ros e quelli del comando provinciale di Nuoro. L’attività ha permesso di inserire l’evento «in un più ampio contesto delittuoso ed intimidatorio che aveva visto quel territorio della Baronia oggetto di una vera e propria escalation di atti intimidatori». Uno scenario inquietante dato che si a Torpeè si registrarono «al ritmo di due al mese» attentati contro autorità rivolti in direzione di autorità politiche, sedi istituzionali, immigrati extracomunitari o semplici cittadini «ai quali era stato imposto un clima di omertà finalizzato ad annichilire ogni forma di collaborazione con le autorità ma soprattutto di evidenziare la presenza, proprio in quei territori, di numerose soggettività aderenti ad ideologie xenofobe e nostalgiche del disciolto Partito Fascista».La svolta alle indaginiQuindi l’individuazione del presunto responsabile «diventato nel territorio polo aggregativo per numerose ulteriori soggettività aderenti ad ideologie di estrema destra con le quali mettere in atto azioni di lotta sul territorio utilizzando la violenza come forma di scontro politico». L’uomo, secondo la ricostruzione dei militari, dopo l’esperienza maturata sotto la sigla del Movimento Politico Reazionario, e dopo un periodo di militanza nella formazione politica di estrema destra Ultima Legione Italia (dalla quale veniva peraltro espulso perché ideologicamente troppo estremista), «aveva infine dato vita ad una nuova formazione politica dichiaratamente fascista, rigidamente strutturata, destinata a dotarsi di una “milizia”, con la volontà di operare azioni violente sul territorio sul modello degli “indipendentisti corsi” chiamata “Fronte Legionario Sardo”». Poi la chiusura del cerchio con le perquisizioni e gli arresti.