I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura:Una delle grandi certezze del cinema europeo contemporaneo: si merita senza dubbio questa presentazione Cristian Mungiu, autore rumeno che non ha praticamente mai sbagliato un film. Non fa eccezione la sua ultima pellicola, “Animali selvatici”, assoluta protagonista della settimana tra le novità presenti in sala.Ambientato in un villaggio transilvano, il film si concentra in particolare su un padre di famiglia tornato a casa dopo un’esperienza di lavoro all’estero. Quando alcuni nuovi lavoratori dello Sri Lanka vengono assunti nel piccolo panificio locale, la pace della comunità viene messa a dura prova.Potente parabola sulla genesi del razzismo e su quanto ci si possa ritrovare soli se ci si chiude al resto del mondo, “Animali selvatici” è un progetto ambizioso e ricco di stimoli e simbolismi, capace di scuotere e di rimanere impresso a lungo al termine della visione.Il titolo originale, “R.M.N.”, fa riferimento all’acronimo della risonanza magnetica nucleare, ma è anche un chiaro rimando al paese natale di un autore che ha sempre cercato di raccontare le ombre e le contraddizioni della sua nazione, tanto parlando del passato – come nel bellissimo “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes – quanto descrivendo la contemporaneità, come nel notevolissimo “Un padre e una figlia”.Loading…“Animali selvatici” e gli altri film della settimanaPhotogallery4 fotoVisualizza Allegorie e metaforeCon la consueta capacità narrativa e stilistica, Mungiu mostra un villaggio che diviene presto metafora di una nazione (e, forse, non solo): dalla xenofobia ai rapporti umani, “Animali selvatici” snocciola le sue riflessioni in maniera coraggiosa e determinata, rendendole sempre più incisive col passare dei minuti.Tra sequenze ampiamente parlate (si veda il consiglio generale del villaggio) e momenti più silenziosi, il film alterna spesso il ritmo e si conclude con grande coerenza con un finale allegorico e decisamente da interpretare. Si presta infatti a numerose analisi questa pellicola che mette gli esseri umani di fronte all’ignoto, unendo spunti politici, sociologici e persino folkloristici: il risultato è un film da non perdere, tra i titoli più significativi visti al cinema negli ultimi mesi.HypnoticMolto meno rilevante è invece “Hypnotic”, il nuovo lungometraggio di Robert Rodriguez, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes.Protagonista è Ben Affleck nei panni di un detective che deve cercare la figlia scomparsa. La sua indagine, però, lo porterà ad analizzare una serie di crimini che lo faranno sprofondare in una spirale oscura: l’uomo si ritroverà così a mettere in discussione le sue ipotesi e inizierà ad avere dubbi su ogni cosa.Parte da premesse piuttosto banali questo thriller psicologico fuori tempo massimo, che fatica ad appassionare a causa di una trama troppo prevedibile e vittima di diversi passaggi che sanno di già visto.Il retrogusto un po’ vintage può anche essere una buona base d’intrattenimento, ma il film regala soltanto alcune sequenze realmente degne di nota (nelle quali la messinscena sopra le righe risulta coerente con quanto viene raccontato), perdendosi presto in una narrazione a tratti inutilmente intricata per quello che poi lascia al termine dei titoli di coda.