Eppure, nella stagione 2023-2024 (da ottobre dello scorso anno al luglio di quest’anno), l’Accademia ha prodotto 102 concerti tra sinfonici e da camera e sette concerti straordinari, registrando per 20 serate il tutto esaurito, per un totale di quasi 180mila presenze complessive a pagamento, in netto recupero rispetto alle 116mila del 2022, con un incremento del volume di affari di 2,5 milioni di euro e un attivo di oltre 800mila euro che ha permesso di raggiungere – per il 18esimo anno consecutivo – il pareggio di bilancio. Bilancio che lo scorso anno è stato di quasi 31,5 milioni di euro, con 7,8 milioni di euro di ricavi provenienti da vendite e prestazioni, 19,4 milioni di risorse stanziate da istituzioni pubbliche e oltre 3,1 milioni in arrivo da soci e sponsor privati. Questi ultimi hanno registrato un aumento rispetto ai 2,3 milioni del 2022 , sfiorando il valore raggiunto nel 2019 (oltre 3,2milioni), sebbene il totale dei contributi da privati sia ancora inferiore a quello del periodo pre-Covid (8,9 milioni nel 2023 contro gli 11 milioni del 2019).La crescita al botteghino Un dato particolarmente significativo è quello, già citato, dell’incremento del pubblico (+27%) e degli incassi (+42%): una crescita tanto più significativa, fa notare dall’Ongaro, se si considera che è è avvenuta nella prima stagione senza Antonio Pappano (direttore musicale di Santa Cecilia dal 2005 al 2023) e prima ancora dell’arrivo di Daniel Harding, che ne prenderà il testimone a partire da questo autunno. Un anno, quindi, senza direttore musicale.«Abbiamo cercato di colmare questa assenza con un cartellone veramente ricco di titoli importanti, seguendo la regola del 2 su 3 – spiega il presidente -. Per riempire un Auditorum grande come il nostro, bisogna garantire la massima qualità di almeno due dei tre elementi essenziali che compongono una stagione musicale: il programma, il direttore e il solista. Due su tre devono parlare a un vasto pubblico. Quindi va bene proporre il pezzo ricercato e sofisticato, ma allora servirà un solista di grido. O viceversa, puoi chiamare un giovane direttore debuttante, ma dovrai avere un pezzo molto popolare».Una regola che consente di mediare la qualità con il potere d’acquisto di un prodotto, per così dire. I risultati sembrano confermare la validità di questa formula: non solo, come detto, per il numero di spettatori paganti, ma anche perché, tra questi, sono aumentati i giovani under 35, grazie anche a formule di biglietteria e attività pensate appositamente per loro. L’età media del pubblico, spiega dall’Ongaro, è oggi di 12 anni inferiore rispetto al 2017Inoltre, il 2023 è stato un anno di consolidamento del rapporto con il pubblico di abbonati e il recupero, almeno parziale, di quelli persi durante la pandemia e nelle stagioni immediatamente successive, anche in questo caso grazie a una serie di attività e proposte mirate.