Osserva Luigi Cantamessa, direttore di Fondazione Fs Italiane: «Queste carrozze hanno fatto la storia della tecnica ferroviaria e anche il costume degli italiani e delle Ferrovie dello Stato. Mai come in questo periodo il turismo ferroviario di prossimità, colto, lento e in grado di mostrare la parte più bella dei nostri territori, è tornato di attualità. La domanda c’è, le richieste sono in continua crescita e i ministeri della Cultura e del Turismo sostengono la Fondazione Fs in questa grande sfida».Chi è Ma Group FerroviariaMa torniamo a Ma Group. Il tratto distintivo dell’azienda è l’artigianalità manutentiva trasformata in attività industriale. Con numeri di tutto rispetto. La società ha chiuso il 2022 con ricavi per circa 28 milioni di euro, in costante crescita rispetto ai 23 milioni del 2021 e soprattutto rispetto ai 13 milioni dell’anno 2020. L’aumento del fatturato è stato seguito di pari passo da quello dell’occupazione: dai 200 addetti circa dell’anno 2020 si è passati agli attuali 410. Ma presto ci saranno altre assunzioni.Dice Gianpaolo Pranzetti, direttore generale di Ma Group: «Entro metà anno prevediamo di assumere circa 150 persone, abbiamo altri progetti che si concretizzeranno a breve e servirà altra forza lavoro. Oltre alle officine in Toscana, servirà manodopera anche nelle officine di Brindisi dove, in questo momento, stiamo lavorando sulle carrozze del Treno della Dolce Vita (un altro progetto di Fs per il turismo ferroviario, ndr)». Il portafoglio ordini di Ma Group è di circa 140 milioni di euro per i prossimi tre anni.L’Orient ExpressPoi Pranzetti si focalizza sull’Orient Express: «Da qualche anno, dopo aver solo fatto lavori manutentivi, abbiamo cominciato a realizzare per questo convoglio anche diversi ammodernamenti e modifiche tecnologiche per rendere più confortevole il viaggio, riuscendo a non impattare esteticamente sul design originale del treno. Tra le realizzazioni più importanti, c’è l’installazione dell’impianto di aria condizionata su tutto il treno, con dei risultati notevoli ma invisibili agli occhi del viaggiatore. Era proprio questa la sfida più difficile – spiega ancora il direttore generale -: aggiungere elementi di estremo comfort, di lusso e tecnologici su carrozze costruite 100 anni fa, senza modificarne l’aspetto, conservando tutti i minimi dettagli, proprio come negli anni Venti».Un mercato, quello dei viaggi di lusso sui binari, che oggi vede aumentare sempre più la domanda. E tra gli effetti positivi, questo mercato ha dato anche una spinta allo sviluppo e all’occupazione dell’industria ferroviaria nazionale.