Il testamento di Silvio Berlusconi,
con il quale il fondatore del Biscione ha assegnato ai figli
Marina e Pier Silvio la maggioranza dell’impero, dovrebbe essere
esecutivo a breve, con l’accettazione delle ultime volontà da
parte di tutti gli eredi, quindi anche Barbara, Eleonora e
Luigi. I legali sono al lavoro da mesi e lo saranno per tutto il
week end, per arrivare in pochi giorni a limare gli ultimi
particolari per un’accettazione piena e non con beneficio di
inventario, un’opzione che aprirebbe una pagina lunga e incerta.
Le fila sono tirate dagli stessi legali che il 5 luglio
scorso hanno svolto il ruolo di testimoni per l’apertura del
testamento nello studio del notaio Roveda: Luca Fossati per
Fininvest e soprattutto i due figli Marina e Pier Silvio, Carlo
Rimini per Barbara, Eleonora e Luigi. A quanto si apprende, non
sono i 230 milioni complessivi che il padre ha chiesto di donare
al fratello Paolo, all’amico Marcello Dell’Utri e alla compagna
Marta Fascina al centro delle trattative, ma piuttosto i beni e
liquidità da assegnare ai tre figli minori per ‘compensarli’
della quota meno ingente sul patrimonio complessivo e
soprattutto sulla parte societaria.
Fininvest detiene infatti il 48,6% di Mfe-Mediaset (fino a
circa il 50% dei diritti di voto), il 53,3% di Mondadori e il
30% di Banca Mediolanum. Un tesoro da quasi tre miliardi solo di
capitalizzazione di Borsa, con il gruppo televisivo che conserva
tra le partecipate anche il 40% di Ei Towers e quasi il 30%
della tedesca Prosieben. Lunghi e complessi sono stati i lavori
per approfondire la situazione reale su beni mobili e immobili
che facevano capo a Silvio Berlusconi, ma in Fininvest non
cambia nulla. Con l’amministratore delegato Danilo Pellegrino
che diventa anche direttore generale mantenendo tutte le
deleghe, così come immutate sono quelle che fanno riferimento
alla presidente Marina Berlusconi.
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